domenica 14 ottobre 2012

Dylan Dog n. 313: "Il crollo"

Si vociferava da qualche tempo, e finalmente Paola Barbato è tornata a scrivere Dylan Dog. E questo succede nel numero di settembre, intitolato "Il Crollo", un albo che certo non rimarrà negli annali delle storie dylaniate.

La dialettica del bene e del male è uno degli argomenti preferiti dagli autori dell'indagatore dell'incubo, quindi già di per sè l'originalità e la sorpresa sarebbero state difficili. La Barbato però non fa nulla per uscire dal solco dei suoi predecessori, restituendoci una storia a tratti banale, scontata e che non scalda il cuore in alcun modo. Deludente da una come lei, che invece ci aveva abituato a saper toccare le corde giuste per emozionare il lettore. Stavolta non succede nulla di tutto ciò: a volte farraginosa, la sceneggiatura si avvita più volte su sè stessa, senza impennate, filando piatta fino alla conclusione, quasi una liberazione da una storia monotona e già letta e riletta.

Interessante, semmai, è l'ambientazione claustrofobica, una galleria delle fogne nella quale Dylan resta intrappolato e senza memoria assieme ad altre persone. Nessuno ricorda perchè, in un alternarsi di bugie e sospetti, che si risolveranno soltanto alla fine, quando il "male o il bene" si paleseranno donando a tutti un pensiero su cui riflettere. Uno spunto interessante è quello legato ai nodi di Hartmann visti come aggregatori e risucchiatori di emozioni umane, sia positive che negative. Una intuizione che, duolo dirlo, poteva essere sfruttata meglio.

Degni di menzione invece sono i disegni di Freghieri, un altro decano che stavolta non delude. Il tratto bellissimo dona alla storia un'aura di mistero e si integra bene con la sceneggiatura, salvando un albo che almeno da questo punto di vista merita di essere letto e ammirato. Una prova tutt'altro che scontata, dal momento che in passato anche il disegnatore era stato messo "sotto processo" dai suoi lettori.

Come terminare una recensione del genere? Di sicuro felice per il ritorno della Barbato, spero soltanto che questo albo (infelice) sia una parentesi, un assestamento per tornare ad essere la sceneggiatrice di punta della serie. E allora chiudiamo come abbiamo cominciato: il numero 313 non verrà ricordato dai fans, questo è sicuro.

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