sabato 10 novembre 2012

Zerocalcare strikes back: Un Polpo alla Gola

Appena mi sono rigirato fra le mani questo secondo albo di Zerocalcare, istantaneamente mi è venuta in mente la canzone di Caparezza, Il secondo secondo me. E non perchè non fossi assolutamente certo che mi sarebbe piaciuto, ma perchè effettivamente dopo il successone della Profezia dell'Armadillo confermarsi su quegli stessi livelli mi pareva un'impresa epica.

E infatti, almeno a livello sostanziale, non mi sbagliavo.

Zerocalcare ha fiutato la trappola, l'ha analizzata, e ha saggiamente deciso di evitarla.

Un Polpo alla Gola è, a tutti gli effetti, un'altra opera-prima, totalmente slegata dalla Profezia, con la quale condivide alcuni tratti di stile e alcuni personaggi, virando però in modo deciso verso una dimensione più alta e difficile. Quindi il suo "evitare la trappola" in realtà si è trasformato in una sfida molto più sofisticata, molto più intrigante e per questo ancor più difficile da superare.

E da questo punto di vista direi che è andato sopra le mie più rosee aspettative.

Dopo l'ultima pagina, infatti, rimane un sapore agrodolce, la consapevolezza di aver riso meno dell'albo precedente ma di aver appena letto una cosa completamente diversa e davvero intensa ed emozionante, non rinunciando però al vero tratto distintivo di questo nuovo fenomeno del fumetto italiano contemporaneo: la leggerezza e soprattutto l'(auto)ironia.

Stiamo parlando di una graphic novel in piena regola, con tutto ciò che comporta. La narrazione non è più scandita da brevi strisce legate fra loro, ma si articola in uno svolgimento complesso, addirittura attraverso salti temporali dei protagonisti, sospesi in un'atmosfera che tocca il noir, il giallo e il romanzo di formazione. "Non si guarisce dalla propria infanzia" (la frase della quarta di copertina) porta con sè tutta una serie di conseguenze esistenziali che il nostro Zerocalcare dimostra di padroneggiare con invidiabile maestria. Il ritmo è serrato, si ride fragorosamente ma ci si sofferma anche a riflettere, ed è questa la vera rottura con la Profezia. D'altronde, la scelta stessa di mandare in soffitta l'Armadillo dimostra una sicurezza e una consapevolezza nei propri mezzi indiscutibile.

Della trama non dico nulla, come al solito, perchè in fondo non è importante. Schede di presentazione del libro su internet le trovate a bizzeffe (fra l'altro è l'albo più venduto dell'ultima settimana su Amazon in Italia, addirittura sopra Cammilleri).

Chi ha letto la Profezia dell'Armadillo non potrà non apprezzare un salto in avanti in questo nuovo albo, una sfida che Zerocalcare ha vinto senza alcun dubbio senza rinunciare al suo stile, ma anzi potenziandolo e presentandolo sotto una nuova luce. Adesso manca veramente poco per poter urlare ai quattro venti di avere il nuovo Leo Ortolani: l'attesa per il prossimo albo si fa già febbrile!

Nel frattempo, leggete e rileggete questa storia: non farlo potrebbe farvi venire un polpo alla gola!

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